I gusti preferiti dagli italiani e le nuove tendenze.
Nel variegato panorama del gusto italiano non sono solo i cinque sapori fondamentali (quelli codificati dall’analisi sensoriale) a dettare legge. L’Osservatorio Immagino ha rivelato che sulle etichette dei prodotti alimentari venduti nei supermercati e ipermercati italiani, compaiono ben 13 diverse indicazioni di gusto. Questa ricchezza di sapori ha generato un giro d’affari di oltre 793 milioni di euro nel 2023, con una crescita del 9% rispetto all’anno precedente.
Nella 15ma edizione dell’Osservatorio Immagino, GS1 Italy incrocia le informazioni riportate sulle etichette di oltre 139 mila prodotti di largo consumo (a dicembre 2023) digitalizzati dal servizio Immagino di GS1 Italy Servizi (oltre 100 variabili tra ingredienti, tabelle nutrizionali, loghi e certificazioni, claim e indicazioni di consumo) con le rilevazioni NielsenIQ su venduto e consumo.
Cosa è emerso da questa rilevazione?
I gusti preferiti dagli italiani.
Ecco la classifica dei gusti, basata sui risultati di vendita:
- Salato: 198 milioni di euro (+15,1%)
- Aromatizzato/aromatiche: 144 milioni di euro (+9,9%)
- Acido: 119 milioni di euro (+9,2%)
- Gustoso: 89,5 milioni di euro (-4,0%)
- Piccante: 73 milioni di euro (+10,6%)
- Saporito: 73 milioni di euro (+4,4%)
- Amaro: 47 milioni di euro (+11,5%)
- Fruttato: 46 milioni di euro (+24,4%)
- Dolce: 40 milioni di euro (+9,9%)
- Speziato: 28,6 milioni di euro (+6,8%)
- Agrodolce: 18,5 milioni di euro (+10,8%)
- Esotico: 6,6 milioni di euro (+7,4%)
- Umami: 270.000 euro (+106,7%)
Il “salato” domina la classifica, presente su 389 prodotti e con un fatturato che supera i 198 milioni di euro. Nonostante un calo dei volumi del 6,1%, ha registrato una crescita del valore del 15,1%, trainata principalmente dall’aumento dei prezzi.
Il gusto “aromatizzato/aromatiche” si posiziona al secondo posto, con 638 referenze e un fatturato di oltre 144 milioni di euro. Ha mostrato una crescita stabile, con un aumento del 9,9% a valore e una sostanziale stabilità dei volumi.
Al terzo posto troviamo “acido”, presente su 190 prodotti e con un fatturato di oltre 119 milioni di euro. Ha registrato una crescita del 9,2% a valore, nonostante un calo del 3,8% nei volumi.
Interessante notare come alcuni gusti meno diffusi abbiano mostrato performance notevoli:
“fruttato”, all’ottavo posto, ha evidenziato un trend brillante con una crescita del 24,4% a valore e del 5,7% a volume.
“umami”, seppur presente solo su 4 prodotti, ha chiuso il 2023 con una crescita straordinaria del 106,7% a valore. Umami è un termine di origine giapponese, che viene comunemente usato per definire la particolare sensazione gustativa indotta dal glutammato monosodico,ma si può percepire, in valori più o meno concentrati, anche in alcuni alimenti a crudo come: il formaggio Parmigiano Reggiano, specie se stagionato a lungo, il pomodoro maturo, i funghi Porcini essiccati, la colatura d’alici e l’aglio nero.
Questa diversificazione dei gusti riflette l’evoluzione delle preferenze dei consumatori italiani e la capacità dell’industria alimentare di rispondere a una domanda sempre più sofisticata e variegata. Mentre alcuni sapori tradizionali mantengono la loro forza, emergono nuove tendenze che arricchiscono il panorama gastronomico italiano.
Le nuove tendenze del gusto.
L’analisi evidenzia anche l’importanza crescente di gusti come “speziato”, “agrodolce” ed “esotico”, che riflettono l’apertura del mercato italiano a influenze culinarie internazionali.
In conclusione, il mercato alimentare italiano si conferma dinamico e in evoluzione, con i consumatori sempre più attenti alle sfumature di gusto e pronti a sperimentare nuovi sapori. Questa tendenza offre interessanti opportunità per l’innovazione di prodotto e il marketing nel settore alimentare.
Il Dossier “I gusti del prodotto” è disponibile nella quindicesima edizione scaricandolo gratuitamente dal sito Osservatorio Immagino
Pubblicato da Gustoeinnovazione